di Martina Annicelli

Trama:
“Iris Lambert vive ad Hokkaido dopo aver lasciato Atlanta, la sua città natale. Lontana dalla sua famiglia e dal suo paese, combatte ogni giorno contro un opprimente demone: l’antropofobia. La paura delle relazioni sociali la confina nella solitudine e, allo stesso tempo, la protegge dal male del mondo, un compromesso equilibrato che la ragazza ha accettato per anni. Eppure, all’ultimo anno di università, libri e film sembrano non essere più sufficienti a darle l’ispirazione, mettendo a repentaglio il suo sogno più grande: diventare una scrittrice. Tuttavia, Iris non metterebbe mai in pericolo il suo equilibrio e la sua armonia, se non quando vengono bruscamente interrotti dal nuovo inquilino del suo palazzo, William Miller. Will irrompe nella sua vita come un fulmine a ciel sereno, insinuandosi tra le sue insicurezze e accompagnandola nella riscoperta del mondo, di sé stessa e, forse … anche dell’amore.”

In questa storia, la nostra protagonista Iris soffre di antropofobia: paura delle relazioni sociali. Lei preferisce vivere in solitudine, confinata tra le mura del suo appartamento e all’oscuro della vita che scorre. Il suo sogno? Diventare una scrittrice! Ma come si può scrivere senza conoscere il mondo? Per fortuna, incontra William, un coinquilino del suo stesso palazzo ad Hokkaido e lui sarà la sua ‘piuma sull’acqua’.⠀

<<Immagina questo nuovo equilibrio come quello di una piuma sull’acqua>> asserì, infine.
Incrociai le sopracciglia confusa. <<Una piuma…sull’acqua? E cosa cambierebbe? Una piuma, un bicchiere di cristallo, sono entrambi così fragili.>>
(…)
<<No, no. Tu non sei la piuma… sono io la piuma. Tu sei l’acqua.>>

Saranno i miei studi che mi spingono a ragionare tanto su questo libro, ma ritengo che Martina sia stata veramente brava nell’esaltare una condizione di malessere, generata da una patologia di per sé in grado di annullare l’esistenza di un individuo. Il modo in cui l’autrice immagina che possa comportarsi la protagonista e, di conseguenza, l’attenzione che William dà a Iris denotano un minimo di studio nei confronti di questa patologia. Ovviamente, stiamo parlando pur sempre di un romanzo, ma a livello di trama direi che è più che buono e coinvolgente.⠀

C’è qualche imperfezione, che raramente disturba la lettura, ma nulla che una bella correzione non possa rimuovere. Nonostante ciò, i personaggi sono ben descritti, soprattutto dal punto di vista psicologico. Mi ha sorpresa molto il modo in cui l’autrice ha fatto crescere e maturare la patologia della nostra protagonista, a piccoli passi, accompagnandola mano per mano in un processo di ripresa e guarigione.

Sappiate che “Come una piuma sull’acqua” è un libro carico di sentimento, insegnamenti e valori nuovi che, inevitabilmente, arricchiscono il lettore. Sono felice di aver conosciuto questa storia.

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