di Giorgia Fiorella, edito Sperling&Kupfer
𝐀𝐭𝐭𝐞𝐧𝐭𝐚 𝐁𝐚𝐦𝐛𝐨𝐥𝐢𝐧𝐚, 𝐚𝐭𝐭𝐞𝐧𝐭𝐚…𝐏𝐞𝐫𝐜𝐡é 𝐬𝐭𝐨 𝐯𝐞𝐧𝐞𝐧𝐝𝐨 𝐚 𝐩𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐭𝐢.⠀
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Come ci si riprende da questo libro?
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Frantumata…⠀
Vuota…⠀
Triste…⠀
Sola…⠀
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Ecco come mi sono sentita quando ho terminato la lettura di “Call Me Michael”, un libro che mi ha fatto piangere e disperare, soffrire e provare emozioni fortissime durante tutta la lettura.⠀
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Grace è diventata grande, ma vive ancora in quel maledetto orfanotrofio, dove la luce era solo in una stanza buia ormai vuota.⠀
Un giorno, però, viene data la notizia che il pluriomicida Michael Baker è evaso dall’istituto psichiatrico in cui era stato rinchiuso sette anni prima. ⠀
Grace sa che questo significa solo una cosa: verrà a prenderla, come aveva promesso.
E proprio nel giorno del suo diciottesimo compleanno, Michael la trova e la rapisce, la rinchiude in una stanza e la costringe a giocare l’ultima partita a scacchi. ⠀
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Solo sette giorni.⠀
Sette come gli anni passati lontani.⠀
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Michael, il ragazzo pericoloso ma premuroso con lei…⠀
Michael, il ragazzo che le pettinava i capelli e le sussurrava dolci e crudeli parole…⠀
Michael, il vero amico in un mondo di oppressori…⠀
Quel Michael che era tante cose, tutte opposte… l’aveva rapita e ora la metteva sotto scacco.⠀
Chi vincerà la partita?⠀
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Call Me Michael é forse uno dei libri più apprezzati degli ultimi tempi e come dare torto a tutti coloro che lo hanno amato?⠀
La mole del libro, decisamente modesta, non rispecchia affatto la carica emotiva che possiede.⠀
Stiamo parlando di un dark romance, con protagonisti due ragazzi che si conoscono da bambini e imparano ad amarsi piano piano, mentre raccolgono i cocci rotti della loro vita.⠀
Bambini dal passato travagliato, dai sogni infranti e dai sorrisi spenti che iniziano a gioire del buio di una stanza e della compagnia dei loro silenzi.⠀
⠀Il lettore assiste alla nascita di un amore, costretto a mettere da parte la morale per far posto alla comprensione.⠀
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I personaggi sono stati costruiti in modo magistrale: la loro psicologia è chiara e devo assolutamente complimentarmi con l’autrice per il grande lavoro svolto nella caratterizzazione di Michael. Quest’ultimo, infatti, è un personaggio complesso ed enigmatico. Conduce il lettore in un mondo crudele e spietato… lui che è lo specchio della brutalità subita, affascina e ammalia con i suoi ragionamenti sconnessi e le sue mezze verità fini a giungere alla consapevolezza dell’amore vero e puro.
Grace, d’altro canto, è la forza fatta persona. Un tornado di coraggio e determinazione, un osso duro, una nuvola bianca in un cielo tetro e grigio.
Entrambi insegnano il valore del sacrificio e il potere dell’amore, quale forza purificatrice per ogni peccato.
I capitoli alternano racconti del presente e del passato, lettere commoventi e passaggi strazianti che rendono il mistero sempre più fitto e la scoperta del finale incredibilmente dolorosa.
Michael e Grace stanno giocando una partita a scacchi, che può finire solo in un modo: l’amore vince, il resto è solo un contorno per chi ama i lieto fine e non per chi crede nelle storie vere.
Ecco, Giorgia Fiorella ci insegna che bisogna guardare all’amore da diverse prospettive e che, forse, il lieto fine non è solo quello che conosciamo. Il “e vissero tutti felici e contenti” é solo uno degli innumerevoli finali che arricchiscono questa vita e, anche se a volte fa male, la fine è solo l’inizio di una delle avventure più grandi: il per sempre.
Grazie Giorgia, questa storia rimarrà impressa nella mia mente per sempre.