di Deborah Begali.

Ho letto questo romanzo fantasy grazie alla collaborazione con l’autrice, la quale gentilmente mi ha fornito una copia in digitale.

Trama:
“Morrigan capì cosa sarebbe accaduto solo quando il vichingo si avvicinò a lei, le prese la spalla, le strappò via la manica e le racchiuse il bicipite dentro un grosso anello dorato. Lei si dimenò, tentò di opporsi, ma erano in due a tenerla ferma e ben presto il suo aguzzino palesò le proprie intenzioni mostrandole un grosso arnese di ferro arroventato che sarebbe servito per fondere la chiusura del bracciale. In questo modo ella sarebbe divenuta ufficialmente loro prigioniera. Il vichingo schiacciò il grosso forcipe di ferro nella direzione della pelle della spalla, il metallo dell’anello divenne molle, i bordi si fusero e Morrigan iniziò poco dopo ad avvertire l’ustione. Urlò chiamando ancora una volta a gran voce la sorella maggiore.” Vichinghi e amazzoni, gli uni contro le altre per accaparrarsi la Valle mentre la Nebbia incombe Oltreconfine. Cristen, re dei vichinghi, e Morrigan, sorella maggiore delle amazzoni, si sfidano per accaparrarsi il destino del mondo in una terra dominata dal maschilismo. Le persecuzioni messe in atto dagli uomini decimano la popolazione femminile e la specie ormai è a rischio: l’amore tra uomo e donna è solo retaggio di un passato antico. Possono due nemici giurati sovvertire l’ordine delle cose? Potrebbero Morrigan e Cristen amarsi nonostante la guerra e le persecuzioni? E se, tra loro, le consuetudini dei popoli non sortissero alcun effetto? Questo volume, nonostante possa essere letto come fosse un’opera autoconclusiva, avrà un seguito.

Morrigan è una di quelle donne che farebbe di tutto per la sua “famiglia” e per sentirsi padrona delle sue azioni o delle sue scelte. Cristen, re dei Vichinghi, è il classico uomo all’antica che si rifugia nelle tradizioni. Tuttavia, nel corso degli anni, entrambi cambiano i loro punti di vista o, per lo meno…sembrano cambiarli.

L’amazzone e il Vichingo è un libro carico di sentimenti, giochi di amore e potere. Non mancano i sotterfugi e i colpi di scena finali che tengono il lettore incollato tra le pagine. I personaggi vengono descritti in modo dettagliato e, dal punto di vista psicologico, sono notevolmente caratterizzati. Mi piace come l’autrice abbia giocato con i ruoli -attribuiti a Morrigan- di moglie, regina, sorella e madre. Tuttavia, ho trovato eccessivo il suo comportamento al punto che, durante la lettura, non ho potuto fare a meno di provare compassione per il povero Cristen. Re dei Vichinghi, vincitore di innumerevoli battaglie, è stato completamente ammaliato da una donna che dimostra di essere diversa da tutto ciò che il lettore aveva immaginato.

Deborah Begali è stata abile nel presentare dei personaggi carichi di illusioni, le quali fanno si che il lettore possa veder vacillare tutte le certezze maturate durante la lettura.
Lo stile dell’autrice è, a dir poco impeccabile; una scrittura lineare e sofisticata ed è presente una notevole attenzione nella descrizione di luoghi e ambienti d’eccezione.

Un romanzo dai toni medievali e dalle atmosfere cariche di suspance.
Non ho molto apprezzato alcuni passaggi, poiché mi sono sembrati troppo veloci e affrettati. Ad esempio, non ho trovato soddisfacente il modo con cui è stato descritto il combattimento contro la Nebbia. Ho, invece, tanto apprezzato il modo con cui l’autrice ha voluto rivalutare il ruolo della donna in una società tutta al maschile!
In questo libro, sono le donne le vere guerriere e, nonostante gli uomini abbiano un notevole successo, il genere femminile è l’unico in grado di garantirne la sopravvivenza.

Interessante è il modo con cui si apre il libro; le donne sono completamente sottomesse, sconfitte e costrette ad una vita da “schiave”. Gli uomini, invece, sono i padroni del mondo.
Alla fine, però, la situazione si ribalterà del tutto.

Un mondo nuovo, dove tradizione e innovazione si intrecciano. Nuovi miti e nuove leggende, nuove storie e religioni, l’ Amazzone e il Vichingo è impregnato di pratiche e usanze completamente affascinanti e originali.

Ondate di brividi scossero Morrigan, perché sapeva a cosa stava andando incontro: presto sarebbe stato il suo turno, e già non avvertiva più le dita dei piedi, tanto era il freddo che pativa, rannicchiata su quello spuntone di roccia appresso al fiume.

Ho amato molto Cristen e ho odiato Morrigan. Mi aspettavo un finale diverso, visto che comunque l’intero libro mi è sembrato quasi del tutto incentrato su questa relazione combattuta tra l’amazzone e il vichingo, i quali non comprendono a pieno i loro sentimenti ( o sembrano non comprenderli). Quindi, mi auguro che il sequel de “L’amazzone e il Vichingo” possa, in qualche modo, ripagare le mie aspettative.

Se volete leggere “L’amazzone e il Vichingo” di Deborah Begali cliccate qui: