Di Federica Tosoni.

Eccoci lettori tornati con una nuova recensione e con la prima tappa del blogtour dedicato al romanzo fantasy di Federica Tosoni, edito Rossini: “Le Cronache di Huna. La veggente.”

Non tutte le strade che percorriamo possono essere semplici, non trovi?

Trama:
”Eryn non ha mai avuto una vita ordinaria: vive a Londra con suo fratello Matt ed è afflitta da una strana patologia. Ma è l’arrivo di una misteriosa ragazza di nome Len che sconvolgerà il suo modo di vedere il mondo, rivelandole le sue vere origini. Insieme a Matt, la ragazza viene catapultata in una terra magica chiamata Huna, la sua vera casa: Eryn scopre di essere la Veil, ovvero colei che possiede il dono della premonizione. Ma mentre il regno di Silya la accoglie con gentilezza, il re di Dail, Weiss Ravers, intende sfruttare il suo dono per impadronirsi di tutta Huna. Nuove amicizie e alleanze entreranno in gioco quando il figlio del re di Dail, il principe Kol, la rapirà, e il re di Silya e suo fratello organizzeranno una missione per riportarla indietro. La battaglia per trarre in salvo Eryn cambierà le sorti di Huna?”

La nostra protagonista è Eryn, una ragazza normale che abita a Londra ma che spesso vive delle crisi che la costringono a una sorta di paralisi generale. Frequenta uno psicologo per capire il perché di queste crisi, ma realmente sembra quasi non esserci nessuna spiegazione e di certo non c’è un nesso con la morte dei genitori. Accade, però, che in un giorno quasi normale una ragazza si presenta alla porta di casa sua ed Eryn, insieme al fratello Matt, sono costretti, in un certo senso, a seguirla all’interno di una pozzanghera. Quest’ultima si rivela essere la porta per un altro mondo, dove la nostra protagonista scoprirà di essere nata. La terra in questione si chiama Huna e da tempo é suddivisa in due parti: una buona e una malvagia. Ciò che garantisce l’equilibrio, all’interno di questo mondo, è Huna stessa, la quale decreta i suoi guardiani e i suoi veggenti sulla base di quelle che possono essere le caratteristiche di personalità di essi. Questo significa che la scelta del nuovo guardiano e della nuova veggente é da anni che ricade all’interno della parte buona, ovvero Silya. Ciò non è buon visto dalla parte cattiva, Dail, la quale non ha nessun contatto con Silya e i suoi prescelti. È per questo che il re di Dail manda suo figlio a rapire Eryn, perché lei è la nuova veggente di Huna.

Eryn riabbassò lo sguardo. «Forse hai ragione» mormorò, con un filo di voce.
«Non hai un briciolo di convinzione in te stessa, vedo» disse. «E a dirla tutta, non sembrava affatto».
«Come?» domandò lei, confusa.
«Non sembravi una persona debole» spiegò. «Ma probabilmente fingevi».

L’idea della veggente mi ha incuriosita parecchio e il modo in cui l’autrice ha sviluppato l’elemento magico, ha fatto sí che la storia diventasse intrigante. La trama, in un certo senso, è qualcosa di già conosciuto: una ragazza che si ritrova ad essere portatrice di un dono in grado di permetterle di salvare il suo mondo. L’ambientazione è quasi medievale: vediamo castelli, carri e abiti con sottovesti. Ho adorato questo aspetto: gli usi e costumi di Huna sono stati esaltati in modo particolare e resi vivibili dal lettore. All’interno di questo romanzo, non sono soltanto i personaggi ad essere i protagonisti della storia ma lo sono anche i luoghi. Infatti, Huna stessa viene descritta come se fosse un’entità pensante nonostante sia una semplice terra, un territorio, ma è intrinseco di magia e ciò lo rende dotato di coscienza, in un certo senso. La stessa foresta infinita, uno dei luoghi che più vengono descritti in questo primo volume, può risultare quasi come protagonista del romanzo stesso proprio perché fa da padrone alle scene di metà libro. 

I personaggi sono ampiamente descritti nonostante io non abbia ben compreso la personalità della protagonista. Questa infatti sembra quasi fragile ma, allo stesso tempo, in alcune scene, lascia fuoriuscire il suo carattere forte. Secondo il mio punto di vista, ciò l’ha resa un pochino ambigua e non perfettamente delineata. Questo aspetto, però, non predomina nel personaggio di Kol. Quest’ultimo è colui il quale è stato incaricato di rapire Eryn. Egli manifesta la sua indole buona, le sfumature della sua personalità, e i suoi comportamenti rendono chiaro il concetto di vittima che lo caratterizza. Il suo modo di agire rispecchia esattamente un prototipo di carattere e questo l’ha reso ai miei occhi realistico e interessante, nonché il mio personaggio preferito. Sulla scena giocano un ruolo predominante altri personaggi, alcuni dei quali dimostrano di essere o troppo cattivi oppure altamente altruisti, capaci di sacrificarsi per il bene comune. 

Devo ammettere, tuttavia, che la prima parte del libro l’ho trovata piuttosto lenta. Capisco che è un libro introduttivo e che, giustamente, dobbiamo entrare in contatto con la storia; però, il modo in cui sono stati riportati i fatti ed eventi mi sono sembrati un po’ piatti, anche a causa della protagonista e della sua personalità. 

Devo, altresì constatare che la storia diventa interessantissima verso la fine. Questo perché iniziano ad esserci battaglie, sotterfugi, colpi di scena che permettono al lettore di lasciarsi coinvolgere dalla narrazione in maniera totalizzante. Ciò, di fatti, mi ha permesso di diventare notevolmente curiosa nei confronti del secondo volume, poiché l’autrice ha avuto la grande capacità di creare un epilogo che lasciasse il lettore con il fiato sospeso.

Lo stile della Tosoni è molto semplice, senza fronzoli, capace di essere diretto e facilmente comprensibile. Questo, secondo me, è un punto a suo favore, perché permette anche ai lettori non amanti del genere di potersi appassionare alla narrazione. Credo, dunque, che il primo volume di questa trilogia sia un buon inizio, sebbene ci sia ancora tanta strada da fare. Sono sicura che l’autrice ci concederà un secondo volume carico di colpi di scena e di azione.

Se dovessi, dunque, esprimere qual è il messaggio che, secondo me, si cela tra queste pagine oserei dire che l’autrice ha voluto dimostrare ai suoi lettori quanto la vita non sia facile. Possiamo avere il dono della preveggenza, della veggenza, ed essere così in grado di vedere il futuro che tanto ci spaventa. Ma, forse, sapere la verità su determinate cose è la condanna più temibile.

Ringrazio l’autrice per questa copia e ringrazio Sabrina e Giulia per avermi permesso di partecipare a questo blog tour. Nell’attesa dei successivi, vi lascio il link per l’acquisto del primo volume delle cronache di Huna.